Alla casa circondariale di Brescia i detenuti cominciano uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni in cui sono costretti a vivere. Il problema del sovraffollamento non è nuovo a Canton Mombello (e a dirla tutta in quasi la totalità delle case circondariali italiane). Lo sciopero, cominciato il 4 giugno, s’è interrotto il 9. In questa settimana sono state inviate due lettere a Radio Onda d’Urto da parte dei detenuti, mentre ogni giorno, dalle 18 alle 18.20, la stessa Radio è diventata Radio Canton Mombello. I presidi giornalieri del comitato per la chiusura del carcere-lager di Canton Mombello, oltre che dimostrare solidarietà a chi dentro si rifiutava di mangiare, sono riusciti a raccogliere diverse testimonianze dai familiari in visita, svelando ancora una volta quanto il carcere sia in realtà un problema tentacolare, che stringe corpi al suo interno e vite al suo esterno. Una di queste molteplici morse si chiama sfratto. Oggi sono stati tre gli sfratti sventati dall’associazione bresciana Diritti per Tutti. Associazione il cui obiettivo è molto semplice: evitare il meccanismo di escrezione che prevede il trasferimento della gente dalla casa alla strada. Un obiettivo semplice quanto oneroso, dal momento che le escrezioni di un sistema che tende all’obesità si faranno inevitabilmente sempre più numerose e pesanti.

E sull’onda del rinchiudere per correggere, sembra che Basaglia abbia fatto il suo tempo e i manicomi tornano ad essere una necessità.


Gracchiate

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Esiste una selezione umana che affonda le sue radici nel capitalismo, nello spettacolo, nella dominazione? Esiste un'eterna muta [...]

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