Non è tanto il lavoro a riscattare, ma la capacità ad essere assoggettato. L’importante è che si riesca a dimostrare la propria docilità. Poi puoi fare il pasticcere, l’idraulico, lo spazzino, lo studente, l’imbianchino o quello che il caso vorrà. Ma il reinserimento, la rieducazione non è certo saper fare il pane, aggiustare un tubo, prendere una laurea o dipingere una parete. Sarà l’acquisita capacità alla sottomissione, il buon lavoratore, con le sue spese da pagare, il suo lavoro per pagare le spese e le spese per andare al lavoro e pagare tutte le spese.
Fuoco in una cella a Marassi, fuga dal Fatebenefratelli, materassi in fiamme a Parma, sgombero della struttura detentiva di Nuoro. La Grecia approva l’università per i detenuti, piovono accuse a Torino, grasse fughe in Nigeria e ad Haiti. Da Biella l’idea di un ente che gestisca la mano d’opera a basso costo: i detenuti.
Qualche fuoriuscita dai CIE rimpiazzata immediatamente da nuovi ingressi: la macchina non funziona senza carburante.
Oggi niente meteo.
Puntate precedenti:
#7 - Più lavoro meno recidiva
Te prova a formare un'abitudine qualsiasi ad uomo, con la certezza che [...]
del 04-12-2014