This is the first time in the new place: la belva elettronica entra sempre più nelle nostre vite con una funzione mediatrice della realtà (fuoco infernale, di Isaac Asimov in Tutti i racconti). Pigrizia, stupore e sconsiderato entusiasmo per il progresso, accolgono servizi confortevoli e diabolicamente interessati (Dalla brand Identity all’interfaccia partecipativa, del collettivo Ippolita in Luci e ombre di Google). La capillarità di questi servizi entra a far parte delle relazioni umane, fornendo il bisogno (e poi appagandolo) di essere approvati e di approvare (Smartphone, inserto di Chrysaora). La fruizione volontaria e non di questi servizi è sistematicamente registrata e archiviata secondo le esigenze del gestore e delle sue relazioni economiche e non (La strategia dell’oggettività, in Luci e ombre di Google). Questa non è una potenzialità ma è un potere, è già in atto e performa quotidianamente l’individuo, abituandolo ad una condizione di irresponsabile coinvolgimento a debita distanza (Il controllore, di Stefano Benni in La grammatica di Dio). La distanza, l’alienazione e l’isolamento sono forse uno degli effetti più concreti delle nostre vite elettronicizzate. E, come l’asciutto per la neve, su queste «folle solitarie» il bieco progresso attacca che è una meraviglia (La divisione perfetta, in La società dello spettacolo di Guy Debord) .





Occhi senza volto | Uncinetti



Zitto prego!

Su Radio Eustachio fino a Marzo del 2023
Zitto prego è un programma di letture. Zitto prego non è ambizioso, ha le capacità ma non si applica. Un libro intero non [...]

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